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Lo Sfruttamento delle Terre Coltivabili e il Riscaldamento Globale


 

Rapporto ICPP

(The Intergovernmental Panel on Climate Change)

Gruppo Intergovernativo sui cambiamenti Climatici


Il nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite riguarda lo sfruttamento delle terre coltivabili: tratta quindi una problematica che tocca tutti noi da vicino. Produzione sostenibile di cibo, gestione sostenibile delle foreste e gestione del carbonio organico nel suolo: in sostanza, gestione sostenibile della Terra. E’ quanto chiede l’allarmato rapporto presentato a Ginevra dall’IPCC l’8 agosto 2019.


Dal rapporto emerge che lo sfruttamento della terra da parte dell'uomo è responsabile, da solo, del 23% delle emissioni di gas effetto serra. Responsabili, fra le altre, attività come l'agricoltura, il processo di deforestazione e gli incendi boschivi, sempre più estesi e impattanti.


Basti un dato, espresso nel rapporto Ipcc: ridurre la deforestazione comporterebbe tagli di 0,4-0,5 giga tonnellate equivalenti di ossido di carbonio.


Se agricoltura, silvicoltura e altri usi intensivi del suolo sono ritenuti responsabili, appunto, di quasi un quarto di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall'uomo, tale quota sale al 37% se si aggiungono le attività legate alla catena dell'industria alimentare (pre e post produzione).


L'agricoltura, nelle raccomandazioni dell'Ipcc, dovrà indirizzarsi verso la produzione sostenibile di cibo, la gestione sostenibile delle foreste, la gestione del carbonio organico nel suolo, con il mondo agricolo che è chiamato a imprimere una forte svolta a livello mondiale per contrastare il climate change.


Secondo lo stesso rapporto inoltre il riscaldamento globale causato dall'uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari, mentre l'area del Mediterraneo diventa ad alto rischio di desertificazione e incendi.


fonte:


In Italia "I cambiamenti climatici hanno causato danni per 14 miliardi all'agricoltura nell'ultimo decennio per l'alternarsi di eventi estremi, dai prolungati periodi di siccità alle violente ondate di maltempo che hanno devastato coltivazioni, strutture e infrastrutture" (Fonte Coldiretti).


In estrema sintesi: “Il rapporto Ipcc evidenzia le enormi sfide globali che affrontiamo in agricoltura: nutrire una popolazione mondiale in crescita, adattarsi ai cambiamenti climatici e aumentare il contributo per rallentare i cambiamenti climatici. Questi compiti possono essere risolti solo se l'agricoltura mondiale produce più prodotti alimentari con minori emissioni di gas serra sul terreno esistente e non estende più le superfici coltivabili a danno delle foreste(fonte Joachim Rukwied, presidente dell'associazione degli agricoltori tedeschi).


Molti agricoltori sono già ampiamente e quotidianamente impegnati ad agire per trovare soluzioni ai cambiamenti climatici con il costante adattamento delle loro pratiche, per conciliare prestazioni economiche ed ecologiche, sistemi agricoli rispettosi, l'uso della rotazione delle colture, lo sviluppo della bioenergia e, infine, lo sviluppo dell'agricoltura per la conservazione del suolo per immagazzinare carbonio.

L'agricoltura, da una parte partecipa al riscaldamento globale legato all'attività umana, e dall'altra è anche un'ottima fonte di soluzioni. Le risposte e le possibilità tecniche sono molteplici.


Widdar ha elaborato una sua soluzione in agricoltura per incrementare la vitalità dell’agroecosistema.


Widdar ha messo a punto una serie di prodotti (dal trattamento seme, alla concimazione, alle polveri di roccia) che aiutano le piante ed i terreni ad adattarsi e produrre nelle condizioni attuali facendo contemporaneamente un lavoro sul riequilibrio dei terreni e dell’ambiente.





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